L’O.P. AGRINSIEME, FOTOVOLTAICO: “100% GREEN ENTRO IL 2026”

Agrinsieme è una Organizzazione di produttori nata nel Lazio e che oggi unisce diverse cooperative e aziende della Penisola che producono ortofrutta. Nonostante il calo della produzione dovuto al cambiamento climatico, i costi delle materie prime e le difficoltà legate ai costi energetici, punta alla sostenibilità e non vuole rinunciare agli investimenti in materia di fotovoltaico. “Tante nostre associate hanno già gli impianti ma noi puntiamo ad essere 100% green entro il 2026” spiega in questa intervista Aurelio Pallavicino, presidente dell’O.P.

 

“Immagina un policlinico dell’ortofrutta in cui ad ogni padiglione corrisponda una specialità territoriale diversa, dalla Sicilia, passando per la Calabria e l’Agro Pontino, per arrivare fino all’Emilia al Veneto e al Trentino Alto Adige: noi siamo un gruppo di specialisti”.

E’ così che il presidente Aurelio Pallavicino descrive l’Organizzazione di Produttori Agrinsieme che da oltre trent’anni riconosce nella ricerca, così come nella responsabilità e nel rispetto, le priorità del fare agricoltura e del farla insieme. “Ad accomunare le associate è proprio la forza di restare unite perché l’unione fa la qualità e anche il potere competitivo. Insieme abbiamo una produzione che copre tutto l’anno e comprende tutto il paniere” chiarisce il legale rappresentante dell’organizzazione nata a Sezze, nel Lazio, e che nel tempo è stata capace di aggregare da Nord a Sud le cooperative Agrisole, Agroama, Agrovanni, Agorà, Agriessenza, Torrevecchia, Matilde, Profunghi, Veneto Ortofrutta, Consorzio dei sapori, Agrilovato, ABC, e le aziende agricole Pallavicino e Santacroce. Sebbene ciascuna realtà mantenga una sua identità e conservi un suo brand, tutte sono accomunate dall’adesione all’O.P. Agrinsieme, organizzazione che sostiene le imprese nella commercializzazione.

“In Sicilia, produciamo il pomodoro pachino e poi, nel ragusano, in una zona vocata e nota per i famosi primaticci, tutti i tipi di pomodorini, gli ortaggi e gli agrumi. Importante è la produzione dei noti limoni IGP di Siracusa. E poi ci sono i soci calabresi che producono la cipolla IGP di Tropea con oltre duecento ettari di piantagioni: una sola realtà fa più del 30% di prodotto di tutto il lametino – commenta Pallavicino-. Nel Lazio, cavolfiori, finocchi, e poi ci sono le altre cooperative specializzate per i prodotti della Pianura Pontina – continua-. Fondamentale il lavoro che si sta facendo per valorizzare il kiwi Latina IGP e soprattutto il carciofo romanesco IGP- chiarisce-. Si tratta di un prodotto squisito che fa anche bene alla salute ma che soffre a causa dell’influenza dei prodotti di importazione che hanno danneggiato le produzioni locali. Si pensi che era già quasi sparito. Ora, invece, la cooperativa Agorà, insieme all’ O.P. Agrinsieme, sta lavorando duramente per fare in modo che non sparisca questa cultura così importante. Ricordiamo infatti che non può chiamarsi romanesco IGP se è un carciofo che proviene dall’Egitto, dalla Tunisia o anche da altre regioni d’Italia”.

Nella zona dei Castelli romani, inoltre, c’è un’altra associata dell’OP che produce funghi di alta qualità, mentre in Abruzzo e nel Fucino vi è chi produce insalate e ancora più in alto, nel ferrarese, chi coltiva pere e mele. “In Veneto, abbiamo una importante cooperativa produce radicchi, citiamo in particolare il radicchio tardivo IGP e l’IGP variegato di Castelfranco, tra la zona del trevigiano e di Chioggia e infine in Trentino Alto Adige abbiamo i produttori di mele” conclude Pallavicino.

Cambiamento climatico, problemi di produzione, costi energetici e aumento dei prezzi delle materie prime hanno colpito inevitabilmente anche queste aziende. “In agricoltura è il sacrificio umano che va a compensare tutte le difficoltà. Si parte al mattino e si rincasa la sera tardi. Con questo clima impazzito e i problemi di produzione è sempre più difficile portare reddito in campagna – commenta Pallavicino-. Ci riusciamo grazie a una filiera corta perché produciamo, confezioniamo e vendiamo tutti i nostri prodotti alla grande distribuzione organizzata attraverso canali come Coop e Conad. Ovviamente, riusciamo ad andare in pareggio e a limitare i danni soprattutto grazie a un sistema di riduzione dei passaggi dalla produzione alla commercializzazione”.

L’anno che si è concluso è stato difficile. Quello precedente ancora di più. “Tanta fatica, poca produzione compensata dal prezzo più alto anche se non è abbastanza. Noi stringiamo tutti la cinghia e affrontiamo la crisi cercando di superarla senza lamentarci e continuando a lavorare ma comunque la crisi dell’anno scorso è stata peggiore a causa dell’aumento dei costi dell’energia- racconta il presidente-. Abbiamo dovuto fare dei mutui in banca per rateizzare le bollette e abbiamo chiesto aiuto a degli istituti di credito che ci hanno dato una mano per rateizzare le bollette, per evitare di pesare troppo sul bilancio annuale”.

Eppure, nonostante ciò, si continua a individuare come fondamentale l’investimento nel fotovoltaico.

“L’agricoltura è energivora. Per chi come noi lavora per la gdo è necessario garantire la catena del freddo, anche se dalla campagna in 24 ore siamo sui banchi di vendita. Gran parte dei nostri soci è attrezzato con il fotovoltaico- spiega Pallavicino-. Vogliamo sfruttare il Dio Sole: per questo stiamo continuando a costruire altri impianti e contiamo nel 2026 di essere green al cento per cento. Ci stiamo lavorando ma per fare questo servono investimenti. Per questo sarebbe fondamentale guadagnare. Nel frattempo, stiamo valutando gli strumenti e analizzando le leggi che ci potranno aiutare ad attingere alle risorse dell’Unione europea per l’efficientamento energetico che saranno messi a disposizione dell’agricoltura”.

L’OP è impegnata nel promuovere percorsi di sostenibilità tra le sue associate e attua la lotta integrata volontaria. “Utilizziamo predatori naturali contro i parassiti, riducendo così l’impiego di fitofarmaci in agricoltura. Da questo punto di vista, la OP è molto attenta e esegue controlli molto severi- spiega il presidente-. Inoltre, siamo soddisfatti dei livelli di risparmio idrico raggiunti dalle nostre associate grazie all’installazione di sistemi di irrigazione innovativi e a sistemi di raccolta che ci consentono di salvaguardare un bene così fondamentale come l’acqua”.

E se oggi in un ddl in Italia si inizia a parlare degli agricoltori come custodi dell’ambiente e del territorio, lui dice: “Siamo un po’ eroi perché è davvero difficoltoso fare questo mestiere oggi. Come dice Papa Francesco, però, “siamo i custodi del creato” e abbiamo in dotazione questa terra. La dobbiamo cercare di mantenere integra per i nostri figli. Certo, però, come in tutte le cose, le pecore nere non mancano. E’ per questo che nella nostra O.P. può entrare solo chi rispetta un rigido codice etico”.